Piero Valenzano, un ragazzo di Torino caduto a Firenze per la libertà di

Il 230727 PieroValenzanoComitato Provinciale di Firenze dell’Anpi ha provveduto, opportunamente, a dare alle stampe un opuscolo che ricorda, con molte testimonianze, Piero Valenzano, partigiano ucciso dai nazisti il 15 agosto del 1944 durante uno scontro armato, “non curante di una prima e poi di una seconda ferita”, come recita la motivazione dell’assegnazione della medaglia d’argento al valor militare alla memoria, “resisteva nella lotta, finché una raffica avversaria non lo sbatteva al suolo. Magnifica figura di combattente e di partigiano”. 

Piero Valenzano, che assumerà il nome di battaglia di Pierino, anche per la sua poca altezza, rappresenta sicuramente una figura singolare nell’ambito dei pur numerosi partigiani operanti nell’area tra Firenze e il Valdarno. Già collegato con molti antifascisti, come ci ricordano le testimonianze di Luciano Scarlini e di Fernando Gattini, già subito dopo il 25 luglio e la caduta di Mussolini, quando arrivò l’armistizio dell’8 Settembre lui, militare inquadrato nel settimo genio centro automobilistico, invece di fuggire verso casa come molti, decisi di rimanere in zona e di aggregarsi ai partigiani, finendo per essere inserito nella ventiduesima Brigata “Lanciotto” della divisione “Potente”. Quando gli chiedevano, come ricorda Gattini nella sua testimonianza, “Come mai non sei tornato a Torino, ma casa”, lui rispondeva: “Non c’è differenza, il fascismo e i tedeschi si combattono dove sono, e qui ci sono come in Piemonte, poi ho trovato una famiglia che mi ha nascosto”. La famiglia che l’ospitò fu quella di Ignesti Archimede di Bivigliano dove restò fino a che, nel freddo inverno del ’43 non si aggregò ai partigiani. “Negli scontri, nelle traversie che la formazione incontrava e nei suoi interminabili trasferimenti, Pierino si dimostrò un elemento prezioso e insostituibile. Brunetto, allora comandante della formazione, diceva di lui che era una staffetta preziosa, il più preciso, il più sicuro di ogni altro.” Sempre Gattini ci ricorda, nella sua accorata e puntuale testimonianza, come Pierino fu ucciso dalle raffiche delle mitragliatrici tedesche mente, “entrando con la sua squadra nella stazione di Firenze per salvarla dalla sicura distruzione dei guastatori tedeschi… gettandosi in mezzo ai binari si esponeva” ai colpi del nemico. “In suo aiuto accorsero altri partigiani. 

Lo stesso comandante di brigata, Romeo, che era molto affezionato a Pierino, si gettò in suo aiuto, ma fu colpito alla schiena.” Sono molte altre le testimonianze che parlano, oltre che del partigiano, delle qualità dell’uomo Piero Valenzano. Dobbiamo essere grati al Comitato Provinciale di Firenze dell’ANPI per averci fatto dono del ricordo di un uomo di queste qualità e di avere ancora una volta contribuito a rafforzare la memoria dei valori e degli uomini che hanno contribuito a costruire la nostra Repubblica e la sua Costituzione antifascista.

Archivio AUSER Toscana

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